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Intorno al 2008 Ulderico ha iniziato a scrivere i dodici diari che vanno a comporre questa autobiografia, dettata forse per quel meccanismo naturale che negli ultimi anni della vita porta i ricordi ad affiorare con urgenza. Il quadro degli anni passati emerge con pennellate nette e sicure e dà al lettore una rappresentazione veritiera del mondo contadino di cui il protagonista e autore faceva parte: nonostante i racconti parlino di guerra, fame e fatiche, dalle sue parole emerge soprattutto la gioia delle cose semplici e sincere. Lontano da bozzetti bucolici o nostalgici, si staglia il personaggio di Ulderico: un uomo fiero, che affronta la vita a testa alta, attento e interessato a tutto, con una profonda stima di sé e della sua famiglia.